Vittorio Matteo Corcos: la vita, le opere
Vittorio Matteo Corcos nacque a Livorno, il 4 ottobre 1859, figlio di Isacco e Giuditta Baquis.
Livorno prese lezioni private da Giuseppe Baldini; trasferitosi poi a Firenze, il 23 novembre 1875 fu ammesso alla seconda classe del Corso di disegno all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Vittorio Matteo Corcos conobbe qui Italo Nunes Vais, con il quale condivise una lunga amicizia.
Nel 1977 a Corcos venne assegnata la medaglia d’argento per Figura, copia dal vero e l’anno successivo, insieme a Anselmo Gianfanti, la borsa di studio del Comune di Livorno.
Vittorio Matteo Corcos si trasferì poi a Napoli entrando, il 1 dicembre, all’Accademia di Belle Arti e rimanendovi per tre anni, cioè fino al 1880. Quell’anno espose L’arabo in preghiera, dipinto orientaleggiante stilisticamente molto affine alla ritrattistica morelliana e manciniana, alla Promotrice Salvator Rosa di Napoli, acquistato da re Umberto I.
Andò a Parigi, stringendo amicizia con Giuseppe De Nittis, conoscendovi fra gli altri Zola, Edmond de Gouncourt, Daudet, Degas e Manet.
Nel 1881, al Salon, menzionato in catalogo quale allievo di Morelli, presentò A la brasserie. Risiedeva in rue de la Condamine 62. Dal 1881 iniziò la collaborazione con la Maison Goupil, fra le gallerie più importanti dell’epoca, nei cui registri sono annoverate oltre settanta opere di Vittorio Matteo Corcos.
Al Salon del 1882 espose L’anniversaire. Corcos Abitava in rue Douai 39, vicinissimo alla Galleria Goupil. Fondamentale per Corcos la conoscenza di Léon Bonnat, al quale lo avvicinava una stessa sensibilità naturalistica, la vocazione all’eleganza e un descrittivismo puntuale. Nel 1884 compì un viaggio in Gran Bretagna e nel 1885 presentò un ritratto al Salon.
Nel 1886 Vittorio Matteo Corcos fu richiamato a Livorno per la leva militare, partecipando, a luglio, alla I Esposizione di Belle Arti. Sposò Emma Ciabatti, vedova Rotigliano, già madre dei tre figli Ada, Edoardo e Francesco, il 29 novembre. Si trasferì poi definitivamente a Firenze in via Marsilio Ficino 8, nel villino cui avevano lo studio i fratelli Gioli. Nell’autunno del 1887 andò a Edimburgo e l’anno successivo nacque la primogenita Maria Luisa
Nel 1889 dipinse sia il ritratto di Yorick, sia di Silvestro Lega. In autunno soggiornò nella villetta Cappelli di Lastra a Signa. Illustrò Fiorella, uno degli episodi de Le veglie di Neri del poeta Renato Fucini. Nel 1891 eseguì il ritratto di Pietro Mascagni. Nel 1892 ritrasse Carducci e venne alla luce la seconda figlia Emma.
Nel 1894 nacque il figlio Massimiliano, deceduto poi in guerra, nel 1916, a soli vent’anni.
Nel 1896-’97, espose Sogni alla “Festa dell’Arte e dei Fiori”, riscuotendo il plauso incondizionato di pubblico e critica.
Nel 1898 iniziò a frequentare assiduamente Castiglioncello, dimorando in una casa fatta costruire appositamente da lui, proprio sul promontorio sopra Punta Righini. In questi luoghi di vacanza frequentò Michele Gordigiani, Fucini e ricevette le importanti commissioni di alcune nobili famiglie locali e livornesi.
Nel 1900 avviò la proficua collaborazione con il periodico “Il Marzocco” che il 30 dicembre pubblicherà L’ora di Barga, poesia dedicata da Giovanni Pascoli alla moglie Emma, compresa nei Canti di Castelvecchio presentati nel 1903.
Nel 1903 Pascoli dedicò alla signora Corcos anche Prolusione al Paradiso, pubblicato sul libricino In Or San Michele.
Nel gennaio 1904, nei locali della Leonardo da Vinci, con Adolfo Belimbau e Attilio Formilli, organizzò la mostra antologica di Eugenio Cecconi e a febbraio quella dedicata a Telemaco Signorini, presentando il convegno di apertura. A ottobre andò a Berlino, ritraendovi l’imperatore Guglielmo II e la moglie Augusta Vittoria. L’anno dopo ritrasse la regina Amelia del Portagallo e nel 1922 la regina Margherita di Savoia.
Vittorio Matteo Corcos morì a Firenze nel 1933, in via Gino Capponi, l’8 novembre del 1933 e a distanza di pochi giorni, il 24, la moglie. Furono tumulati vicino al figlio nel cimitero delle Porte Sante a San Miniato.